Italia locomotiva del lavoro

Confartigianto Studi. Verso il 1° maggio, Italia locomotiva del lavoro in Europa. Scopriamo i numeri del lavoro nell’artigianato analizzando il triennio 2021-2024 e i suoi riflessi in Europa.
Durante la primavera del 2025, la guerra dei dazi ha esteso un periodo di instabilità iniziato con l'invasione dell'Ucraina, caratterizzato da una crisi energetica che ha triplicato i prezzi dell'elettricità nel 2022, una rigida stretta monetaria, il crollo del commercio internazionale e tensioni in Medio Oriente.
Nonostante questo scenario turbolento, le imprese italiane hanno sostenuto il mercato del lavoro, spingendo l'occupazione a crescere del 6,1% tra il 2021 e il 2024, superando la media UE (+4,8%) e quella di Francia e Germania (+4,5%), mentre solo la Spagna ha registrato un dinamismo ancora maggiore (+9,2%).
Le statistiche del lavoro artigiano 2021-2024
Il dinamismo occupazionale in Italia tra il 2021 e il 2024 ha mostrato una crescita particolarmente significativa nel Mezzogiorno, con un incremento medio dell’8,0% – in evidenza le Isole (+10,3%) e il Sud (+7%) – rispetto ad aumenti più contenuti nel Centro (+6,6%), Nord-Ovest (+5%) e Nord-Est (+4,8%). A livello regionale, la Sicilia si distingue con una crescita del 12,5%, seguita da Campania (+8,2%), Puglia (+8,1%), Toscana (+7,9%) e Veneto (+7,2%), mentre tra le province maggiori si registrano dinamiche notevoli, come a Catania (+19,9%), Padova (+16,1%), Bari (+13%), Napoli (+12,1%) e Palermo (+10%).
Artigianato motore del mercato del lavoro italiano
Il mercato del lavoro italiano deve il suo slancio anche al settore artigianale, pilastro dell’occupazione nazionale. Le imprese artigiane impiegano complessivamente 2,6 milioni di addetti (pari al 14,5% del totale dell’occupazione privata non agricola), distribuiti quasi equamente tra dipendenti (51,2%) e indipendenti (48,8%), e comprendono 408.924 imprese con una media di 2,5 addetti ciascuna. Inoltre, questo comparto favorisce la formazione dei giovani, contando nel 2023 121.477 apprendisti (20,6% del totale), e si caratterizza per un’ampia inclusività, testimoniata dalla presenza consistente di imprese a conduzione femminile, giovanile e straniera.